La Sharm El Sheik del dopo attentato, vista e raccontata attraverso gli occhi dei tanti turisti italiani (provenienti in gran parte del nord-est) e dei lavoratori locali, dal villaggio vacanze (tempio dell’all inclusive) al Gazhala Garden (uno degli hotel bombardati) alla Sharm “vecchia” (fondata, in realtà, negli anni ‘80). Tutto narrato da Antonio, giovane guida egiziana, cristiano copto ortodosso (come quasi tutti gli egiziani che lavorano a Sharm), fidanzato con una parrucchiera di Brescia che lavora nello stesso villaggio. Antonio sogna l’Italia (specialmente Bergamo, la sua città preferita), che per lui è un paradiso, e chiude ogni frase con una battuta, un detto o una barzelletta in questo o quel dialetto italiano. Sullo sfondo i clienti del villaggio, i giovani animatori italiani e i venditori egiziani della città vecchia, tutti d’accordo sulla necessità di dimenticare il passato e guardare avanti, “perché Sharm ha bisogno dei turisti italiani”. Verso la fine della serie Avere Ventanni percorre il deserto del Sinai per raggiungere il Cairo, e si accorge finalmente di essere in una delle culle della civiltà. Nella capitale egiziana, praticamente all’ombra delle Piramidi e prima dell’ora della preghiera, Massimo incontra Mai, che gli parla della sua scelta di portare il velo e del suo promesso sposo egiziano, il cugino Muhammed, “che fa le pubblicità in Italia”.