Jean Martin, nato il 6 marzo 1922 a Parigi e morto il 2 febbraio 2009 nella stessa città, è un attore francese. Proveniente da una famiglia Berry, trascorse parte della sua infanzia a Biarritz, dove suo padre lavorava presso un pellicciaio. Durante la seconda guerra mondiale si nascose per sfuggire al servizio di lavoro forzato. Rimanendo a Parigi, è apparso in due film di Maurice Tourneur: "La mano del diavolo" (1942) poi "Cécile Est Mort" (1943). Alla fine degli anni Quaranta inizia a fare teatro. Nel 1953, Jean Martin ottenne notorietà interpretando la nuova opera teatrale del drammaturgo irlandese Samuel Beckett, "Aspettando Godot", sotto la direzione di Roger Blin, diventando il primo ad assumere il ruolo di Lucky. Lo stesso Roger Blin produsse qualche anno dopo “End of the Game” (1957), dello stesso Beckett, e affidò allo stesso Jean Martin il ruolo di Clov. Nel 1960, Jean Martin mette in scena la sua prima opera teatrale, “Letter Dead”, di Robert Pinget. Nel 1962 mette nuovamente in scena l'opera teatrale “I Rappresentanti” di Aglaé e Mona Mitropoulos, adattata da Michel Arnaud. Accanto a questa carriera teatrale che si rivelerà ricca, Jean Martin ritorna al cinema: “Notre-Dame de Paris” (1956), di Jean Delannoy, “Parigi ci appartiene” (1958), di Jacques Rivette, “Ballata per un delinquente" (1962), di Jean-Claude Bonnardot, "La foire aux dunces" (1963), di Louis Daquin e "À toi de fait mignon" (1963), di Bernard Borderie. Nel 1960 fu firmatario del Manifesto dei 121 intitolato “Dichiarazione sul diritto all'insubordinazione nella guerra d'Algeria”. Nel 1965, un ruolo segnò la sua carriera, quello del colonnello Mathieu, in un film che ripercorreva la lotta del 1957 per il controllo del quartiere Casbah di Algeri tra militanti dell'FLN e soldati francesi: "La Battaglia di Algeri". Tre anni dopo la fine della guerra d'Algeria, il tema è ancora delicato su entrambe le sponde del Mediterraneo: il film fu bandito in Francia al momento della sua uscita, poi censurato fino al 2004. La sua grande statura, la sua forte personalità e il suo volto imperioso lo predispongono a ruoli notevoli che generalmente mostrano autorità: medico primario, questore di polizia, ufficiale militare di alto rango, dignitario ecclesiastico...; uno dei più impressionanti sarà senza dubbio quello di un medico che espelle con veemenza dal suo ospedale un giudice Fayard, Patrick Dewaere, un po' sprezzante in "Le Juge Fayard Dit Le Shérif" (1976). Claude Zidi si fa beffe di questi ruoli nelle sue commedie: preside in “La moutarde monte au nose” (1974), direttore di banca in “La Course À L'Échalote” (1975), primario in “L'aile ou la coscia” (1976) ), ispettore principale presso “Bête mais disciplined” (1979) ed esaminatore presso “Inspecteur la Bavure” (1980). Insieme a Jean-Paul Belmondo, è… cardinale in “L’Hériter” (1972) e… commissario di divisione in “Peur Sur La ville” (1975)! Ma anche al fianco di Terence Hill in “My Name is Nessuno” (1973) nel ruolo di Sullivan, oppure in “Un genio, due soci, una campana (1975). Dopo aver dedicato gran parte della sua carriera al teatro, apparendo in una cinquantina di film, Jean Martin è morto il 2 febbraio 2009 a Parigi.