Uno scambio, tra Palermo e Parigi, tra un regista che firma un autografo e il destinatario che lo riceve, mentre ascolta un estratto del suo film preferito. Girato a margine del Sicilia Queer filmfest, dove Paul Vecchiali era presidente di giuria nel 2013, L’autographe è una meditazione sugli sconfinamenti, sul cinema e sulle sue immagini che continuano a rimbombare nella testa e nel cuore di chi lo ama, anche quando la proiezione è ormai terminata. Un omaggio sentito a Paul Vecchiali, scomparso nel gennaio di quest’anno, e alla potenza imperitura del cinema. “Nessuno muore”, dice la protagonista di Corps à cœur – ed è proprio la morte renderlo a lei chiaro – così come non muore la memoria e l’opera di un grande cineasta.